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Discorso del Ministro Generale fr. Michael Perry al Capitolo


Capitolo della nuova Provincia di San Bonaventura dei Frati Minori Greccio – 9 maggio 2017 Fra Michael A. Perry, OFM, Ministro generale e servo

Carissimi fratelli, buongiorno!

Il Signore vi dia pace!

Fr. Antonio Scabio, Definitore generale, il Definitorio generale e io vi salutiamo tutti con grande affetto. Un saluto particolare al mio Delegato, fr. Danilo Tremolada, il Ministro provinciale fr. Luigi Recchia, il Vicario provinciale fr. Fabio Catenacci, e i Definitori, fr. Carlo Serri, fr. Nando Simonetti, fr. Daniele Di Sipio, fr. Alessandro Partini, fr. Riccardo Burattin, e fr. Luciano De Giusti, che hanno accolto questo servizio di autorità e animazione con grande generosità, per il bene e il fruttuoso cammino di tutti i Frati della nuova Provincia di San Bonaventura dei Frati Minori.

Voglio iniziare la mia riflessione con voi a partire da un testo tratto dal Libro dell’Apocalisse che in questo tempo di Pasqua ci sta quotidianamente accompagnando nelle letture dell’Ufficio. Si tratta di Ap 21,1-5, un brano che ci parla di un futuro pieno di speranza.

E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c'era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

Futuro e Speranza.

Futuro e Speranza. Un binomio che sempre Dio ci dona nella sua Parola. Una prospettiva temporale che fa tendere il nostro sguardo verso l’orizzonte, con un atteggiamento del cuore che attende da tale orizzonte un bene, un dono, o ancor più l’adempimento di una promessa, come si profetizza in Geremia: “Io conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo - oracolo del Signore -, progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza” (Ger 29,11).

Il futuro non è solo un tempo che verrà, e anche il luogo del compimento, il senso del nostro cammino, il significato del nostro progettare. È la possibilità concreta della realizzazione di un meglio che anela in noi perché sia concretizzato. Dio ci invita a spingere oltre lo sguardo, a protenderci al di là del nostro piccolo orizzonte, per vedere la promessa di un Cielo nuovo e di una Terra nuova, che egli stesso prepara per noi.

Un religioso, membro della Congregazione degli Oblati di Maria Immacolata, Padre Ronald Rolheiser, parlando della fede dice che: “Avere fede è guardare tutto stando di fronte ad un

orizzonte infinito. La fede non è questione di essere affascinati dalla certezza che Dio esiste ma dal fatto che Egli si prende cura di noi. La fede è un modo di vedere le cose. Significa un cambiamento di prospettiva, prendendo la realtà della nostra vita, con tutto ciò che è in essa - il lavoro di ogni giorno, le relazioni, la famiglia, l'amore, il sesso, il dolore, la solitudine, la lealtà, il fallimento, il peccato, la sofferenza e la morte - e metterlo di fronte all'orizzonte dell'eterno e dell'infinito. Ciò che la fede fa, è darci una doppia prospettiva: dagli occhi della fede vediamo una specie di bagliore divino, risplendente all'interno delle cose normali. Quando siamo in grado di vedere l'ordinario di fronte all'orizzonte dell’eternità, allora comprendiamo che il dito di Dio nella nostra vita, sta indicando questo orizzonte infinito” (Un orizzonte infinito, p. 9).

Dio ci dona questa capacita di vedere l’ordinario di fronte all’orizzonte dell’eterno, grazie allo Spirito Santo, il quale ci spinge con amore e con forza ad andare oltre, a proseguire il cammino, a rimanere dentro la storia di oggi guardando in avanti. In questo dinamismo che egli stesso suscita, il Signore è con noi, ha posto la sua tenda in mezzo a noi, e cammina con noi. Siamo il suo popolo ed egli è il nostro Dio. In lui, viviamo, ci muoviamo ed esistiamo... perché di Lui anche noi siamo stirpe (At 17,28). Ecco la nostra forza, ecco la nostra via, ecco la nostra speranza.

La creazione di una nuova Entità, cioè la nuova Provincia di San Bonaventura dei Frati Minori, non è un segnale di morte; è l’annuncio all’Ordine, alla Chiesa locale e universale, e a tutti quanti che i frati minori stanno preparandosi per portare avanti con maggior determinazione e chiarezza il loro compito di evangelizzazione francescana, attraverso una testimonia di vita evangelicamente profetica. Come diceva fr. Giacomo Bini prima di morire, “la vita continua”. Ciò significa che, non solo la vita dei frati minori nelle regioni di Abruzzo e di Lazio continua, ma si trasforma qualitativamente per rispondere alla chiamata del Signore e alle esigenze reali nel mondo di oggi.

Il cammino che vi ha condotto a questo giorno non è estraneo a tutto questo, anzi ne è l’auspicato esito. Si tratta di un processo di interprovincialità favorito in questi anni dalla condivisione piena nella formazione iniziale ormai da molti anni, come pure: la partecipazione alla formazione permanente, tramite iniziative sul territorio di entrambe le Province; l’immissione reciproca di frati nelle fraternità delle due Province; l’unificazione dei principali Segretariati (Formazione e Studi, Evangelizzazione, Economia); il lavoro sempre più comunionale del Definitorio congiunto.

L’unione tra le vostre due Province potrà portare ad una fecondità più grande, nello stile di vita e nella dimensione dell’evangelizzazione. Pertanto, non deve essere visto come un “necessario ripiego” alle contingenze storiche e tanto meno una “rassegnata adesione” a un progetto di sopravvivenza. É una grande opportunità per tutti voi, e attraverso voi per l’Ordine, di rinnovarsi profondamente nel modo di vivere e di proporre il nostro carisma francescano nel nostro mondo di oggi, e di lasciare che il Signore compia la sua opera in noi e attraverso di noi.

Le due Province da cui provenite hanno entrambe una storia gloriosa fatta di santità e di evangelizzazione, spinta fino ai lontani confini della Terra! I frati che vi hanno preceduto nei secoli passati hanno sempre rinnovato con slancio ed energia la loro vita, attraverso varie riforme, contribuendo anche al rinnovamento della Chiesa. Nessuna di queste riforme è stata facile, però i frati le hanno accolte con grande fede e speranza, a volte anche con sofferenza, quale espressione umana del loro amore e del loro zelo apostolico.

Oggi tocca a voi, a tutti noi, e a ciascuno! Lo Spirito che fa nuove tutte le cose non esaurisce mai la sua potente energia, e ancora oggi soffia su di noi per operare le sue meraviglie. Anche se ci possono essere in voi alcuni sentimenti che esprimono la fatica di accettare questo nuovo passaggio o il rimpianto di quanto si sta lasciando, crediamo che la decisione che è stata presa, rifletta la profondità della nostra fede e della nostra speranza. Accogliamo questi cambiamenti, perché siamo convinti che lo Spirito di Dio sta operando tra di noi.

Questa allora è la prima indicazione che voglio darvi: lasciate che questi confini che state allargando, accogliendovi gli uni gli altri in una nuova e più grande realtà, quale è la nuova Provincia, si estendano al mondo di oggi. Andate oltre una visione solamente centrata su voi stessi e sui vostri problemi, che pure sono veri e fanno parte della vostra storia contemporanea, poiché avete la possibilità di ripensare la vostra qualità di vita e missione, cioè la vostra presenza in questa porzione di Italia, in modo aperto e creativo. Non abbiate paura di essere proattivi, creativi e profetici!

La Chiesa in uscita, di cui tanto ci parla Papa Francesco, quel muoversi “verso le periferie con la gioia del Vangelo” cui ci invita il nostro ultimo Capitolo Generale, sarà possibile se terremo insieme il Cielo nuovo, ovvero un rinnovato e più profondo rapporto con Dio, e una Terra nuova, ossia un cuore pieno di amore per la Chiesa e per la nostra gente, appassionati nel portare a tutti la parola del Vangelo, attraverso la parola della nostra vita.

Sospinti dallo Spirito che fa nuove tutte le cose iniziate dunque un cammino nuovo fratelli carissimi. Il futuro vi viene incontro e l’avvio di una nuova Provincia è una grande occasione che il Signore vi sta donando.

Innanzitutto vi è data la grazia di allargare la vostra fraternità nel dono reciproco di nuovi fratelli. Questo richiederà tempo e pazienza per conoscervi gli uni gli altri e per fare di questa conoscenza delle autentiche relazioni fraterne. Non si tratta solo di incorporare, riorganizzare e ridistribuire i frati nella nuova realtà provinciale, ma ancor più e ancor prima, di favorire l’incontro, l’accoglienza, la stima vicendevole, partendo dal fatto che la fraternità è un dono che viene dall’alto: “dobbiamo credere nel Dio che ci chiama a vivere la forma del santo Vangelo attraverso il sacramento che è la nostra fraternità nel nostro tempo” (Verso le periferie con la gioia del Vangelo, Documento finale del Capitolo generale 2015, n. 14). E soprattutto, là dove è necessario, siamo chiamati ad aprirci alla riconciliazione e alla pace, usando misericordia gli uni verso gli altri.

Il mondo di oggi lo rendiamo migliore se viviamo autenticamente la fraternità tra noi, rimanendo aperti all’azione di Dio, affinché Egli alimenti e sostenga un modo fraterno di vivere tra di noi. È il Padre che genera la fraternità ed è in Lui che noi la viviamo e la custodiamo. E il Figlio mai si stanca di dirci: amatevi gli uni gli altri; perché mai Lui si stanca di amarci. E lo Spirito ci spinge all’unità in una comunione profonda e autentica.

Per tale motivo vi chiedo di avere cura della vita fraterna, sia mantenendo alto il livello di vita spirituale, sia coltivando la vicinanza, la collaborazione e la condivisione tra voi. Dio ci chiama alla fraternità e noi ne siamo responsabili custodi. È questa la nostra più efficace testimonianza, l’evangelizzazione attraverso la vita, mostrando al mondo che è possibile vivere insieme nella diversità, nella pace e nell’armonia.

Uniti a Dio e in comunione tra noi, non avremo allora nulla da temere. Ci sono certamente ferite e difficoltà nella storia di ciascuna Provincia ma per tutti è il tempo di disporci ad una novità di vita perché il ‘Cielo nuovo e la Terra nuova’ iniziano da noi. Papa Francesco ci ha ricordato “che la minorità consiste anzitutto nel riconoscere la propria vera condizione: cioè che siamo “piccoli, bisognosi e peccatori davanti a Dio” (Verso le periferie, n. 19). Questa verità ci offre la possibilità di cercare di vivere e promuovere la riconciliazione reciproca, diventando “ambasciatori” della misericordia e della riconciliazione nel mondo, come scrive San Paolo (2Cor 5,16-21).

Costruite unità tra di voi, perché a questa il Signore ci chiama. Unità di cuore, di spirito e di intenti. Coltivate la comunione tra di voi e la pace fraterna. Purtroppo la storia anche recente ha fatto emergere tensioni, conflitti e divisioni, come pure alcune forme di gestione economica di singoli e di comunità che hanno determinato stili di vita e divisioni inaccettabili per dei frati minori! Queste situazioni già sono state affrontate e superate, ma vi chiedo, in questo triennio, di fare ulteriori passi di conversione e cambiamento, con la grazia di Dio e l’impegno responsabile di ognuno, in piena collaborazione con il Ministro provinciale e il suo Definitorio. È l’unione fra voi che rende solido e significativo quanto abbiamo decretato oggi giuridicamente. La strategia ricompositiva delle Province a nulla vale se non uniamo i nostri cuori e non permettiamo alla misericordia di sanare le relazioni tra di noi.

In tale prospettiva sarà pertanto prioritario nel prossimo triennio prospettare un cammino a livello provinciale e locale, che favorisca al massimo l’integrazione tra voi, attraverso la conoscenza reciproca, la condivisione e la massima collaborazione, sia nell’attività personale e comunitaria, sia nella disponibilità al trasferimento in nuovi contesti, favorendo la nuova composizione delle fraternità. Tutto questo richiederà ancora tempo e pazienza. Facciamo delle nostre fraternità autentiche scuole di ascolto, accogl ienza, comunione, cioè luoghi di incontro autentico con Dio.

L’altra dimensione che fortemente ci caratterizza è la missionarietà, l’annuncio evangelico, uscendo con gioia e con passione incontro i nostri fratelli e sorelle che attendono la Parola che salva. La nascita della nuova Provincia vi offre l’occasione anche per riorganizzare in modo nuovo e vivace le vostre presenze e l’azione pastorale. A questo proposito riporto alla vostra attenzione un testo tratto dal documento finale dell’ultimo Capitolo generale in cui si afferma che “Francesco inviò i suoi primi fratelli “a due a due” a predicare il Vangelo con l’esempio, e usando anche le parole, quando fosse necessario. Allo stesso modo, anche noi siamo chiamati ad essere, ancora una volta, ministri della gioia del Vangelo; ministri della misericordia di Dio; ad uscire verso le periferie, verso chi sta ai margini, in quei luoghi dove la gente ha più bisogno, sia molto lontano, dall’altra parte del mondo, sia molto vicino, magari nella strada di casa, sempre insieme con i fratelli, ma anche insieme con i laici che sono co-discepoli e co- missionari nostri. Questo è sempre stato il cuore della nostra forma di vita francescana e missione e ora siamo sfidati a ricominciare ancora” (Verso le periferie, n. 32).

Le vostre due Province si sono sempre caratterizzate per un forte impegno missionario e un grande zelo pastorale. Anche oggi siete impegnati su più fronti in questo ambito e questo vi fa onore. Godete infatti di grande stima presso la Chiesa e presso la gente. Avete anche già iniziato importanti collaborazioni e interscambi che parlano di un cammino interprovinciale desiderato e progettato, che già ha dato frutto. Manifestate in questo già una vitalità missionaria che si è espressa con frutti di grazia tra di voi proprio in questi ultimi mesi, ovvero nella missione popolare a L’Aquila e la presenza, fatta di vicinanza e solidarietà, accanto ai terremotati di Amatrice.

Da come mi è stato detto, la prima esperienza ha dato espressione ad una feconda collaborazione tra voi, frati di Lazio e Abruzzo, collaborando insieme nella predicazione, nell’andare a portare la Parola di Dio tra la gente dell’Aquila, e a tante persone ancora in ginocchio per il post-terremoto. Un’esperienza di evangelizzazione condotta dai frati, insieme alle suore e ai laici, con entusiasmo e voglia di portare il Vangelo, come Parola che consola, rialza e dona gioia.

La seconda esperienza, ovvero la vicinanza dei frati alla popolazione di Amatrice, ha manifestato da parte vostra il segno di chi si china con misericordia verso chi non ha più una casa dopo il terremoto, sapendo che la devastazione più profonda non è quella delle case ma delle persone. Con una forma di presenza semplice e immediata, fatta di accoglienza e condivisione, assumendo gli stessi disagi e ascoltando le ferite, le paure e le speranze, di tante persone vittime del terremoto, voi fratelli avete recuperato una modalità pastorale un po’ dimenticata, che invece dovrebbe essere la modalità che più caratterizza noi frati. É attraverso questa vicinanza che le persone possono concretamente percepire la vicinanza di Dio. Portando solidarietà tra le macerie e speranza per la ricostruzione della fraternità umana.

Anche sul versante della carità sostenete diverse e importanti realtà. Manifestate così una sensibilità molto spiccata verso i poveri e i malati, in tutte e due le Province, a partire dalle parrocchie, il Gemelli a Roma e l’Antoniano a Lanciano, l’accoglienza fissa a San Francesco a Ripa e Valmontone. Sia nelle forme tradizionali che in forme nuove, vedo con ammirazione una grande attenzione al territorio e al disagio della gente: rispondete così all’amore che Dio ha per voi e per loro. Aiutate gli emarginati e vivete tra i poveri con lo stile di san Francesco, la gratuità, la misericordia, l’ascolto empatico, mostrando così il Vangelo dell’accoglienza e della misericordia. E tutto questo, mantenendo alcuni elementi fondamentali: la preghiera e la vita insieme, e il servizio come fraternità. In tutto questo vi sostengo e vi esorto a mantenere il vostro cuore e i vostri progetti aperti all’accoglienza e al servizio dei più bisognosi anche nella nuova Provincia, continuando a dare loro questa priorità.

Infine, volgo uno sguardo conclusivo sulla formazione iniziale e sulla pastorale giovanile e vocazionale. In questo ambito già da tempo state lavorando insieme con impegno e anche con importanti frutti. Sappiamo bene che i “numeri” vocazionali non corrispondono più a quanto poteva avvenire fino ad alcuni anni fa, ma le vostre attività con i giovani mostrano che coloro che si lasciano coinvolgere dal Vangelo e dall’esempio di S. Francesco, sono ancora molti. In ogni caso, i risultati non sono mancati e continuano ad esserci giovani che chiedono di intraprendere la nostra vita francescana. In questo manifestate entusiasmo e competenza, e ancor più capacità attrattiva e coinvolgimento delle nuove generazioni. Sarà importante continuare ad avere cura della formazione dei formatori e a portare avanti con attenzione il discernimento vocazionale e la formazione dei giovani, in continuità con un cammino già in corso e collaudato dell’unica equipe formativa e del Segretariato per la Formazione e gli Studi, già da tempo unico per le due Province.

Infine, vi chiedo che ogni fraternità della Provincia possa diventare una casa di accoglienza dove potenziali candidati alla nostra vita possano sentirsi benvenuti, dove possano incontrare una profonda vita di preghiera e di spirito di devozione, e dove possano anche sperimentare una qualità dell'amore e della cura fraterna che irradi la gioia di vivere la vita del Vangelo insieme.

Questo sogno non è un ideale alto, richiesto da questo ‘pazzo’ Ministro generale, in modo sconnesso dalla realtà della vita quotidiana. È l’obiettivo evangelico a cui tutti noi dobbiamo guardare, giorno dopo giorno.

Dio-con-voi

Carissimi fratelli della nuova Provincia, vi ricordo il brano biblico che abbiamo sentito all’inizio di questo condivisione, preso dal libro dell’Apocalisse:

Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli

ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio (Ap 21,3). “Dio-con-loro”, “Dio-con-voi”! Dio è con voi, con noi. Dio è sempre fedele e vi

accompagnerà mentre aprite i vostri cuori per abbracciare la santa novità, la presenza e l’azione dello Spirito di Dio e l'irruzione dell'amore, della misericordia e della gioia. Non lasciatevi tentare di cadere in un senso di fatalismo o di assenteismo. La vostra vita e missione, e quella di ciascuna delle nuove fraternità, è necessaria più che mai nella storia del mondo. È lo Spirito di Dio che ci aiuterà a realizzare questa realtà. Non abbiate paura! Non dubitate! Abbiate fiducia e permettete a Dio di condurvi in 'giro per la vostra vita', dove potrete ancora una volta sperimentare la gioia che avete provato i primi giorni in cui avete accolto la chiamata di Dio, abbracciando la vita evangelica francescana.

Tutte le cose sono possibili per chi crede e si fida della promessa di Dio. Scegliamo di credere e di fidarci!

Ringraziamenti

A conclusione, voglio esprimere tutta la mia riconoscenza a fr. Danilo Tremolada che, come mio Delegato per il processo di unificazione e quindi Visitatore, ha accompagnato con fraterna sapienza il cammino delle due Province fino ad oggi e che ancora sarà con voi per portare a compimento tutto l’iter previsto, fino alla conclusione del Capitolo e quindi il Congresso capitolare.

La mia gratitudine va ai Ministri provinciali fr. Carlo Serri e fr. Luigi Recchia, ai loro Vicari e ai loro Definitori, per il servizio di governo e animazione svolto con amore e generosità per il bene dei frati e della Chiesa di queste due regioni.

Insieme a loro ringrazio tutti i frati che a diverso titolo hanno reso possibile questo impegnativo cammino attraverso la loro fede, la loro preghiera e la loro fraterna e generosa collaborazione.

Ringrazio infine il Signore che continua a guidare e sostenere i passi dell’Ordine in questa porzione centrale dell’Italia, invocando su tutti voi la sua benedizione, con l’intercessione del Serafico Padre S. Francesco e di S. Bonaventura.

Lo Spirito Santo continui a illuminarvi e a condurvi sulle vie di Dio per il bene dell’Ordine, della Chiesa e del mondo.

Michael A. Perry, OFM Ministro generale e servo

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