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A piedi nella Valle di Rieti. I francescani inaugurano così gli ottocentenari francescani

A un anno preciso dall'ottocentenario dell'approvazione della Regola di san Francesco per mano del Papa Onorio III oggi, martedì 29 novembre 2022, la famiglia francescana ha radunato circa 200 religiosi per un pellegrinaggio a piedi da Fonte Colombo, Santuario della Regola appunto, alla città di Rieti.



"Ogni volta che torniamo per strada sappiamo che si riaccende la scintilla che ci ha spinti a seguire il Vangelo" così il Ministro generale fr. Massimo Fusarelli ha aperto il pellegrinaggio di circa duecento francescani (frati, suore, secolari) che hanno risposto all'invito di questo evento che è solo il primo degli appuntamenti con cui il mondo francescano inaugura i due ottocentenari della Regola bollata e di quello che la storia ci ha consegnato come la rappresentazione del Presepe, avvenuta a Greccio sempre nel 1223.

La mobilitazione è stata davvero tanta. L'amministrazione comunale, le autorità locali, religiosi provenienti da varie province italiane, Minori, Cappuccini e Conventuali, si sono ritrovati nella città del centro Italia per camminare insieme sulle orme del Poverello.



A Rieti la celebrazione eucaristica, che ha visto la concelebrazione di circa ottanta sacerdoti in una chiesa di S.Agostino gremita di fedeli, è stata presieduta dal Card. José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e per l'Educazione. Ha preso parte alla celerazione anche Mons. Domenico Pompili, Vescovo emerito della diocesi e attuale Amministratore apostolico. Il porporato, sempre più vicino affettivamente al mondo francescano, ha espresso vivo interesse per il cammino appena intrapreso e nell'omelia ha voluto consegnare all'uditorio tre "sottolineature" del nostro carisma che occorre promuovere, partendo dall'obbedienza appassionata al Vangelo:

"In rapporto al Vangelo, san Francesco visse come se la sua verità fosse effettivamente vera - dice Tolentino - il Vangelo va seguito alla lettera, la grande tentazione è mettere il Vangelo nel cassetto e vivere di altre parole e non va vissuto come un ideale ma come vita vera".



Il Cardinale è quindi passato a parlare della povertà: "Occorre recuperare la libertà davanti agli averi, che genererà così modelli di esistenza davvero alternativi alla cultura dominante. Per questo occorre non avere paura! Non avere paura di costruire minoranze. All'economia che uccide occorre contrapporre la cultura del bene comune. Il denaro è sicurezza illusoria che facilmente uccide giustizia e bellezza. Pertanto la cosa più urgente che il Cristianesimo deve predicare dinanzi al denaro è la sua desacralizzazione. Oggi infatti la religione viene facilmente desacralizzata mentre il denaro viene reputato uno spazio sacro". La terza e ultima sottolineatura è il ricordo che il nostro tesoro è in cielo: "Il modo in cui Francesco scelse di vivere sulla terra e con le creature, ci spinge a cercare il Creatore. Interessante che il bello e la chiamata in greco abbiano la stessa radice: la vita è l'ascolto profondo della bellezza di questa chiamata di Dio. Francesco è un maestro per noi. Oggi abbiamo tanti esperti ma pochi maestri capaci di creare nuove narrazioni, maestri del rischio della fede, della poesia del Vangelo. Ciò che dà fondamento alla vita è la sapienza ovvero lo sguardo d'insieme della nostra esistenza, vedendo ciò che siamo stati e cosa saremo".


Qui l'omelia completa del Cardinale:

Omelia
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Tutto è dunque pronto per dare l'avvio a un periodo di ben tre anni di ricorrenze nella consapevolezza e l'impegno che, come ha espresso il Ministro generale davanti al Pontefice durante lo scorso incontro con il coordinamento organizzativo dei centenari, non si risolva tutto in un atto celebrativo, in qualche lapide da inaugurare, ma sia occasione di evangelico e sincero rinnovamento.



(Foto: Ufficio comunicazione, Massimo Renzi, Frontiera Rieti)






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